PENDII NATURALI E PENDII ARTIFICIALI
Il termine pendio artificiale è riferito a scarpate e pendii di opere progettate per rispondere a determinati requisiti prestazionali. La loro geometria pertanto è nota così come sono noti i materiali con cui è costruita: i materiali, naturali e non, sono scelti in funzione delle loro caratteristiche fisico-meccaniche che devono garantire un comportamento omogeneo prestabilito.
Sono pendii artificiali: i fianchi di un rilevato stradale, i fianchi di un argine, i fianchi di una diga in terra e così via; sono quindi opere costruite dall’uomo e progettate per rispondere a requisiti prestazionali e di sicurezza prefissati.
La verifica di stabilità di un pendio artificiale è quindi fatta sulla base di un modello geotecnico definito a priori, di cui si conoscono in partenza geometria e comportamento.
Il termine pendio naturale è riferito a un qualsiasi pendio e scarpata naturale costituita da materiali naturali non omogenei, la cui geometria superficiale e profonda è legata a diversi fattori e, a differenza di un pendio artificiale, non sono note a priori. Gli studi di stabilità di un pendio naturale sono riconducibili a due casistiche principali:
- a studi eseguiti per la presenza di un fenomeno franoso la cui naturale evoluzione può creare situazioni di rischio e pericolosità per l’uomo e/o per le infrastrutture.
- a studi eseguiti su pendi naturali interessati direttamente e/o indirettamente da un’azione da parte dell’uomo che può interferire con il suo equilibrio, quindi con la stabilità. È il caso per esempio di azioni al piede del pendio, come sbancamenti oppure di azioni in testa al pendio, come per esempio, l’applicazione di carichi o ancora, azioni che interferiscono con il regime delle acque, superficiali e sotterranee, e così via.
Nei due casi le finalità dello studio e dell’analisi di stabilità sono diverse, tuttavia in entrambi i casi non si conosce a priori né la geometria né i materiali interessati né il loro comportamento: la morfologia superficiale, inoltre, è fortemente legata allo stato di attività del fenomeno e spesso, risulta obliterata e va ricostruita e/o dedotta e spesso i materiali costituenti il pendio non sono omogenei né in natura né in comportamento, e le loro caratteristiche possono variare da punto a punto anche in maniera significativa, influenzando il comportamento globale del pendio.
Inoltre, possono essere presenti una serie di elementi che interagiscono col pendio e che possono influenzare, anche notevolmente, il suo comportamento globale come per esempio la presenza di acqua e la circolazione idrica: lo studio di un pendio naturale presuppone, quindi, l’esecuzione di una serie di indagini mirate a ricostruire la geometria, a classificare i materiali presenti e a individuare i vari elementi esterni presenti e come interagisco tra loro.
A seconda che si tratti di un pendio naturale o artificiale, lo studio e l’analisi di stabilità sono quindi differenti:
- nel caso di pendii artificiali la verifica è eseguita su un modello geotecnico noto a priori ed è finalizzata a verificare/testare se l’opera così com’è stata progettata, risponde ai requisiti prestazionali e di sicurezza prefissati nelle varie condizioni ipotizzate;
- nel caso di pendii naturali interessati da un fenomeno franoso, la verifica è eseguita su un modello geotecnico semplificato ed è finalizzata a studiare le possibili evoluzioni del pendio e valutare la fattibilità di eventuali interventi di mitigazione; la verifica è eseguita su un modello costruito basandosi su una serie d’indagini eseguite in funzione dell’estensione, dell’importanza e della gravità del problema;
- nel caso di opere e/o interventi che interessano direttamente e/o indirettamente un pendio naturale la verifica è eseguita su un modello geotecnico semplificato ed è finalizzata a valutare l’interazione tra il pendio e l’opera e/o l’intervento, e a capire se questa può causare variazioni significative nell’equilibrio naturale e quindi generare situazioni di pericolosità.